martedì 22 giugno 2010

Quattro

Quattro. Il mio professore d'Italiano soleva consegnare i compiti in classe corretti secondo un criterio tutto personale. Sarebbe stato forse troppo democratico attenersi ad un semplice ordine alfabetico invece lui preferiva risultare terribilmente "dolce" verso noi studenti. Coloro che temevano di aver combinato un mezzo disastro avrebbero potuto togliersi subito il dente malato; loro sarebbero stati i primi a cui veniva consegnato il compito. Un ordine crescente, dunque. Quattro, con quella sua inconfondibile cadenza da Toscano di Pontedera, quattro. Rimbomba nella mia mente, oggi che siamo in periodo di esami di maturità, quel suono così familiare. Prolisso, spesso fuori dal contesto del tema, troppo personale nell'esporre le proprie idee. Dunque, quattro. Ricordo bene le mie sensazioni, ricordo che vi ero perfettamente abituato, non mi faceva più effetto sentire il suono di quel "quattro". Fu così che per una qualche strana legge del contrappasso, io cominciai ad eccellere in Latino, e di questo ancora oggi ne vado orgoglioso. Ora mi chiedo come mai io riesca a trovare nello scritto stimoli e nuovi orizzonti nonostante quel trauma. Probabilmente so che non ci sarà più un "quattro" scritto in fondo ad ogni foglio che riempio, non ci sarà più quel segno rosso che tanto intimoriva noi studenti. Devo forse ringraziarlo quel Toscano di Pontedera. In quegli scritti tanto prolissi e confusionari ( a suo dire ) si nascondeva un piccolo scrittore da strapazzo che oggi fa proprio della scrittura il suo modo di comunicare preferito. Quattro, non c'era appello. Il valore di un voto è assolutamente relativo, la vita è un'altra cosa ma cosa c'era di più bello dell'ansia, del timore, anche della consapevolezza del fatto che in quei momenti tu eri uno studente e Lui, il Professore. Esiste ancora oggi questa così netta distinzione dei ruoli? Fa ancora paura un "quattro" sul foglio? Caro professore dal "quattro" facile, vorrei ora lei potesse leggere i miei pensieri perchè capirebbe che non le porto alcun rancore ma solo tanta riconoscenza. Forse i miei scritti sono da "quattro" ma nessuno ormai potrà più dare un voto ai miei pensieri. Ah, sicuramente, se lei potesse leggere questo post userebbe la sua penna bic rossa per sottolineare una evidente ripetizione: "quattro".

0 commenti:

Posta un commento