lunedì 7 giugno 2010

Tortuosità

La sensazione odierna non è definibile. I pensieri si affollano confusamente, e non sono rispettosi gli uni degli altri. Vorrei si attenessero ad una sorta di coda, prima uno poi l'altro in modo da poter essere considerati singolarmente e affrontati con l'attenzione che meritano. Tutto questo frastuono non fa altro che mandarmi ulteriormente in confusione; eppure da tutto questo caos, spesso arrivano i segnali più chiari su ciò che si deve e bisogna fare per raggiungere uno stato di sensibile serenità. Ecco dunque che magari, il susseguirsi di eventi di un certo tipo può aprirti nuove strade, può aiutarti a vedere le cose con una chiarezza che non avresti immaginato. E da questo frastuono, da questo caos ecco che appaiono più definiti, più limpide le mie piccole grandi certezze. Le persone che mi vogliono bene veramente, le persone che dimostrano quotidianamente che merito la loro attenzione, merito la loro stima. Grazie ragazzi, grazie ad una persona particolare che penso leggerà questo messaggio e che ogni giorno sopporta le mie difficoltà. Con grande, infinita pazienza!

domenica 6 giugno 2010

Punti di vista

Questa mattina ho dato inizio alla stagione dei pedali. Sono in anticipo di un mese rispetto allo scorso anno e ciò trova spiegazione nel fatto che questo periodo è e sarà emotivamente molto intenso. Pedalare, immergermi nella natura, ha un potere devastante sul mio sistema nervoso. Due, tre ore di fatica tanto agognata durante i mesi invernali, ripagano di ogni stress. Ho sempre desiderato vivere in campagna; non mi spaventa la solitudine, e poi, chi lo ha detto che si è soli? Meglio avere come vicini di casa gli animali del bosco piuttosto che "umani" irrispettosi e cafoni. La mia bicicletta; dopo tanto tempo ho scoperto cosa mi fa stare veramente bene. Ogni singolo percorso, per breve che sia lascia un segno: pedalando tutto passa meno inosservato, tutto viene rigorosamente sottoposto ad uno zoom del 100 percento. Tutto è sotto un altro punto di vista. Per rimanere in linea con la mia voglia di pace, di silenzio.
Ecco, oggi, sto bene.

sabato 5 giugno 2010

Tutto ciò che non è Facebook

Ora potrebbe sembrare che il sottoscritto sputi nel piatto dove ha mangiato e mangia tuttora. Internet in fondo è il mio tramite per scrivere di tutto ciò che mi passa per la testa. Ma, la scrittura ha avuto per me sempre un preciso significato, quello di abbassare il volume di sottofondo, staccare le casse audio che trasmettono i casini del mondo in modo da sentire solo il pennino che scivolava sul foglio. Si perchè quella era la vera scrittura, l'autentica forma di comunicazione che regalava qualcosa che oggi si è perduto ovvero, il gusto dell'attesa. Ma se ci si deve piegare ai tempi che avanzano, ecco qui che la tastiera diventa il mio pennino. Una lettera, un pensiero sul blog, tutto ciò che mi passa per la testa. Sono momenti unici perchè vissuti nel silenzio, con tutto il mondo alle spalle. Ma Facebook cosa c'entra con tutto questo? Community? Luogo per incontrarsi? E poi, vuoi mettere il gusto di avere una lista di amici tanto lunga? Mi aggiungi? Ma perchè mi hai cancellato? Oddio e adesso? Ecco, la scrittura è tutto ciò che non può essere Facebook. E' sincera, silenziosa, va dritta al cuore, e non passa per la finta condivisione di pensieri o per ipotetici amici che non ti hanno mai visto nè conosciuto.
Ah, dimenticavo, sono iscritto a Facebook. E adesso? Penserete che sono uno squallido ipocrita che predica bene e razzola male. No, perchè quello che stai leggendo è polpa, ciò che vedi su Facebook è la buccia.

giovedì 3 giugno 2010

Toh, ma chi sono allora?

A volte capita di fare brutte scoperte e magari di farle dopo tantissimi anni. E' possibile accorgersi che i genitori, i fratelli e le sorelle, siano proprio coloro che non hanno la più pallida idea di chi tu sia? Non è affatto facile essere se stessi, non essere tentati nella società di oggi dall'indossare qualche maschera che ti faccia apparire anzichè essere, in determinate circostanze. Ma forse, ciò sta diventando una prassi. Per vivere, per sopravvivere, spesso si scende a compromessi ed ecco che c'è una maschera pronta in ogni occasione. Il fine è quello del quieto vivere. Ma quando ti accorgi che la famiglia, l'unico ambiente in cui non hai obblighi di travestimenti vari, non si accorge di chi tu sei realmente, allora tutto cambia. E che fare? Continuare ad essere se stessi con il rischio di essere continuamente fraintesi oppure, indossare anche qui una maschera e far credere loro di essere ciò che pensano. Contorto eh? Ma se una madre od una sorella dopo aver letto il mio libro( la mia anima- sempre aperta, mai nascosta dietro un paravento )improvvisamente ti dipingono come non hai mai creduto di essere, che fare?
Ho una famiglia? Ho sbagliato tutto?
Bel quesito..

martedì 1 giugno 2010

L'urlo

Oggi lo devo fare, devo urlare. Le mie urla non arriveranno a chi legge questo post perciò devo rendere il più possibile forte ed intensamente carico questo messaggio. Oggi voglio urlare il mio totale dissenso, il mio disprezzo, la mia vergogna per tutto ciò che è ipocrisia, silenzio, menefreghismo. Sono gli ingredienti di tutte quelle persone ( ma si potranno chiamare poi così )che ho avuto la sfortuna di incontrare, addirittura di frequentare, con cui persino ho condiviso momenti di intimo pensiero. Mi fanno schifo. Mi fa schifo il loro modo di vedere la vita, il loro scegliere il silenzio come via di fuga, il loro esserci solo quando fa comodo loro. Per poi, sparire nel limbo. Fa male rivederli in uno squallido luogo di incontri virtuali e notare che tu ora per loro non sei nulla. Si si, eccome se mi calzava a pennello quella definizione che una persona mi affibiò un giorno: "Ragioniere dei sentimenti". Si si,perchè non calcolare? Perchè non verificare ogni tanto il dare e avere? Bisogna sempre solo dare e poi, scoprire che i conti non tornano? Andrebbe anche bene se non fosse che una delle parti ci sta male, mentre l'altra fa dell'ipocrisia e della falsità la sua arma vincente. Oggi sto urlando a te, che magari sei lì e ti vanti del fatto che ora la tua vita è uno spettacolo. Ma non ti ricordi quando piangevi disperatamente? E urlo a te che, fino a quando io seguivo certe regole tutto era perfetto e ora, che mi sono permesso di ribellarmi, per te non esisto più. Oh...e ora un bel sospiro di sollievo.