domenica 11 luglio 2010

Mi trovate qui..

Carissimi lettori, sto allestendo molto velocemente il mio nuovo blog. Come vedrete è cambiato nella grafica e spero apprezziate questo cambiamento. A breve avrò modo di cominciare a pubblicare qualcosa. Il nuovo indirizzo è : www.ilmondodienzo.blogspot.com


Ovviamente sono ben accette critiche e consigli per l'aspetto grafico.
Un abbraccio.
Enzo

sabato 10 luglio 2010

Importante!

Carissimi lettori,

a causa di qualche problema legato alla formattazione e gestione del blog, sono costretto a fermarmi qui. Sto già lavorando ad un nuovo blog, diverso nella grafica e nel titolo ma NON nei contenuti. Ho deciso di mantenere egualmente attivo il vecchio blog su cui sto scrivendo ora ma a breve pubblicherò un post con l'indicazione del nuovo indirizzo ove trovarmi.
Grazie ancora per la vostra attenzione e a prestissimo.
Enzo

venerdì 9 luglio 2010

Scrivo o non scrivo?

Ero indeciso se buttare giù qualcosa oggi. La voglia di scrivere non era molta, oggi è uno di quei giorni in cui pensi che niente, nemmeno la scrittura ti può aiutare. Oggi è uno di quei giorni in cui so essere pesante più di un macigno quindi perchè mai dovrei rendere altrettanto indigesti quei minuti che qualche assiduo lettore mi dedica? Beh, diciamo che oggi, oltre ad essere pessimista ( farei bene a dire realista?) mi sento incredibilmente egoista per cui, tutto quello scrivo me lo dedico. Questo afoso Venerdì mi vede comunque lucido, sempre pronto all'analisi e al lavoro interiore. Mi rendo perfettamente conto di non trovare stimoli se non in poche, pochissime cose. Quelle poche cose a volte sembrano bastare, altre invece sono un'inezia, una quisquiglia. Oggi ad esempio pensavo che potrei tranquillamente vivere di me perchè non sono in grado di costruire e gestire rapporti interpersonali. Non ne sono capace; odio apparire volubile, odio i miei alti e bassi. Eppure ci sono, e vai a spiegare a tutti il perchè. Ci sono persone a cui sono molto legato che, quasi giornalmente sono costrette a subire le mie trasformazioni. Amo queste persone perchè nonostante tutto mi vogliono bene, sopportano con grande stoicismo. E poi ci sono quelle con cui ho un rapporto meno intenso che forse non capiscono, si chiedono perchè di tanta umoralità, magari mi giudicano negativamente. Sicuramente, questo post apparirà come una sorta di esternazione di un momento. E ai miei lettori risulterò, rispetto a qualche scritto precedente, contraddittorio e strano. La lucidità non manca, manca la coerenza forse. Ma provate a sentire dentro un senso di insoddisfazione che, quando riprende a salire ti lascia così, come un pugile che ha appena preso un gancio al volto. Poi magari domani mi rialzo, pronto di nuovo ad affrontare tutto. Anzi, sicuramente è così.

giovedì 8 luglio 2010

Girasoli

Il clima ideale di oggi ha sicuramente stimolato la mia uscita settimanale in "due ruote". Non mi aspettavo una giornata così favorevole, soleggiata ma molto meno afosa delle precedenti. Mi sono così azzardato a scegliere un percorso leggermente più "pimpante", con qualche saliscendi e più colline a fare da sfondo. Ne sono rimasto davvero soddisfatto: nei giorni scorsi continuavo a chiedermi come mai non mi fossi ancora imbattuto in quelle meravigliose distese gialle che sono i campi di girasole. Ah, sono stato subito accontentato e oggi, ne ho visti e fotografati alcuni. Il girasole è il mio fiore preferito, trasmette positività, sembra che sorrida. La tratta di oggi prevedeva dopo circa 15 km di pianura altrettanti più impegnativi ma, come si dice, il fine giustifica i mezzi. Spesso al termine dei tratti collinari, si arriva, stremati e con la lingua che tocca terra ma il paesaggio di cui si gode è davvero impagabile. Giunto alla meta ho scoperto una strada che sembrava si inerpicasse in mezzo ai campi. Ho provato ad affrontarla e, in cima alla salita ho potuto ammirare altri scorci fantastici. Ho guardato l'orologio, sapevo che mi aspettava un viaggio di ritorno e le gambe chiedevano già aiuto. I girasoli, finalmente i girasoli.......Alla prossima tappa.

mercoledì 7 luglio 2010

Saper vivere

Ogni giorno mi accorgo dell'esistenza di moltissime persone che conoscono l'arte del saper vivere. E questo mi duole perchè il loro stare al mondo come tanti agognano, non passa attraverso faticosi viaggi interiori, non conosce l'accettazione di sè e degli altri, non si fonda sull'essere in grado di godere dell'essenziale. Queste persone sanno vivere dal momento in cui hanno probabilmente emesso il loro primo vagito. Posso affermare che la scaltrezza, l'opportunismo, la sfacciataggine ( che talvolta sfociano nell'illegalità ) sono "doti" che non si acquisiscono per esperienza ? Noto inoltre che proprio queste persone hanno una grande abilità, quella di camminare alla luce del sole e ottenere spesso l'assenso e l'apprezzamento di molti. Direte voi che ho scoperto l'acqua calda, e lo so. Il mondo è pieno di soggetti di tal fatta. Si potrebbe inoltre ipotizzare che nel mio discorso si celi un po' di invidia. Beh, diciamo di....no. Ognuno di noi è portatore sano di qualcosa: chi è talentuoso nell'essere buono fino al masochismo ( il sottoscritto ) chi invece riesce ad essere così superficiale da vivere una vita senza pensieri ( e non parlo delle preoccupazioni ma proprio della facoltà di pensare..). E c'è chi non può evitare di essere così, perfettamente stronzo, e che ci si può fare? Nulla. Saper vivere dunque è un dono che non si acquisisce con il tempo, rassegnamoci: e parlo alle persone che sono dotate delle più nobili qualità. Loro forse sapranno affrontare la vita, ma passeranno per forza attraverso tortuosi percorsi densi di insidie. Chi invece nasce stronzo, ha la strada spianata. Caro Enzo, cari lettori, probabile che nella vostra vita vi toccherà incontrare codesti personaggi: non vi curate di loro ma guardate e andate avanti. Io lo faccio, talvolta con invidia, talvolta con rabbia, ma non era destino: io sono portatore sano di sincerità. Mi stimo troppo?

martedì 6 luglio 2010

Matrioska

Se la pensassimo tutti allo stesso modo il mondo sarebbe noioso. Se tutti ci accorgessimo di avere un cervello pensante e cominciassimo a farlo funzionare probabilmente il mondo sarebbe noioso. Ciò che rende così incredibilmente vario il mondo è proprio la diversità, o meglio l'unicità dei singoli. Per quanto a lungo si viva non si avrà mai la fortuna (?) di potersi confrontare con tutti, di capire tutti. Ognuno di noi è un piccolissimo mondo all'interno di un mondo più grande a sua volta contenuto da un altro e via dicendo. Mi viene immediato pensare ad una "matrioska". Il mio scopo è dunque quello di cercare di trovare, all'interno del mio piccolo universo fatto di pochissimi soggetti, qualcuno dotato di cervello pensante possibilmente collocato sulla mia stessa lunghezza d'onda. Impossibile. Nella mia continua (purtroppo vana) ricerca della perfezione, mi convinco che essendo io contrario alla clonazione devo muovermi in altre direzioni. Se io penso in un certo modo, se io in certe situazioni mi comporto così, è lecito o utopistico pensare che da qualche parte esiste chi si atteggerebbe allo stesso modo? E' egoista pretenderlo? O il fatto che io non l'abbia trovato può semplicemente significare che esiste ma chissà in quale parte del globo? Deposto ogni velleitario proposito in tal senso, mi affido all'empatia. E' così deleterio calarsi nei panni altrui ? Viviamo o no le stesse emozioni? Proviamo o no le stesse sensazioni? Eppure perchè incredibilmente mi accorgo sempre più di agire e vivere in modo del tutto anacronistico?
In questi momenti di riflessione mi sento più vivo che mai. Cervello pensante e passione.

lunedì 5 luglio 2010

La fuga

Caro blog mi sei mancato. La mia idea di fuga sta lentamente cambiando, me ne accorgo da un po' di tempo a questa parte ogni volta che mi muovo da qui. Non più dunque un volersi a tutti i costi allontanare da ciò che si accetta faticosamente quanto un avvicinamento a quello che aiuta realmente a dimenticare. Giocoforza, il ritorno non risulta più traumatico e la realtà con cui necessariamente ci si deve tornare a confrontare fa meno paura. Ne prendo coscienza con gioia e mi accorgo che, seppur con grandi sforzi, riesco a liberarmi della zavorra che solitamente opprime il mio quotidiano riuscendo così a viaggiare senza quell'ingombrante bagaglio di pensieri e problemi . Esiste una realtà che nostro malgrado siamo costretti ( o quasi ) ad accettare e ne esiste un'altra che deve rappresentare il vero e proprio momento di distacco da ciò che ci opprime. Poco importa se il luogo in cui noi riusciamo a trovare pace, comprensione e magari serenità non corrisponde a ciò che noi realmente vorremmo. Credo che la ricetta stia proprio nel volere trovare a tutti i costi un angolo di pace e, se si riesce nell'intento anche solo per un attimo, un giorno, una settimana, eccoci alleggerriti. Il viaggio per me ha sempre significato una via privilegiata verso la libertà ma mi stavo accorgendo di non essere più in grado di apprezzarne tutti i benefici. Sono tornato da un breve viaggio che, nella sua semplicità mi ha "alleggerito". Si può, si deve saper apprezzare la vita.

giovedì 1 luglio 2010

L'estate al paesello

Oggi mi sentivo emotivamente carico, dunque il giorno giusto per una pedalata. L'afa opprimente non mi ha fermato, sapevo che forse sarebbe stato l'ultimo dei miei ostacoli. Ho dunque scelto un percorso pianeggiante, magari un po' monotono ma non potevo esagerare con le salite: il fiato, d'altronde è quel che è. Mi sono soffermato come sempre ad ammirare anche gli angoli più nascosti della campagna, a volte da me stesso piuttosto bistrattata. La bicicletta è in effetti l'unico modo per poter veramente "osservare" ciò che di solito si vede semplicemente. Il mio percorso di oggi comunque non è stato scelto a caso: volevo raggiungere la destinazione che mi ero promesso per poter poi andare alla ricerca di un luogo che è stato teatro di alcune giornate estive durante la mia infanzia. Dopo circa 30 km di pedalata ho così raggiunto Castelnuovo Bormida, silenzioso paesello di poche anime: la mia memoria non mi stava ingannando e in breve tempo ho raggiunto una stradina di sterrato alla fine della quale ecco un cancello e poi, una piccola casa. Non c'era nessuno, potevo rimanere lì ad osservarla anche solo per poco, giusto il tempo di sentire riecheggiare le nostre urla di bimbi che squarciavano il silenzio di un afoso pomeriggio di Luglio. Che bello, un altro percorso, un altro ricordo. E la valigia si riempie. Sto bene al solo pensiero di quando tra qualche mese, la riaprirò e avvertirò un impagabile senso di pace.
Sarò assente dal blog lungo il weekend. Tornerò a "deliziarvi" Lunedì.